Jasmine Pignatelli, i Beatles e l’alterità

NOCI – Grande successo di critica e di pubblico per l’artista barese Jasmine Pignatelli che in occasione del festival “Tra i vicoli della mente”, nella gnostra di via Crocifisso ha esposto la sua opera. “Across The Universe” questo è il titolo dato all’installazione, pensata e realizzata per l’importante appuntamento nocese. Jasmine Pignatelli vive tra Roma e Bari. Attualmente è impegnata in un personale e convinto percorso artistico nella scultura, ha all’attivo diverse mostre personali e collettive. Lo scorso mese di marzo ha esposto la sua personale presso la galleria Menexa dal titolo “Dimensionless”.

A Leggi Noci l’artista barese soddisfatta confida: «ho risposto all’invito dell’organizzazione di Tra i Vicoli della Mente volendo aderire appieno al tema di questa edizione: l’Alterità.  Quindi il rapporto dell’io con se stesso, con l’altro e con il diverso in un sistema che tiene connesso ogni parte degli esseri in un grande organismo complesso. Per l’occasione ho realizzato una installazione cross-mediale che mescola contenuti e linguaggi diversi, dove singole indicazioni, parole, moduli o soluzioni grafiche sono tasselli che completano la lettura dell’opera».

Tanto interesse ha suscitato nei visitatori che si sono alternati per le vie del centro storico nocese la sua opera, vuole illustrare meglio ai nostri lettori il “significato” della sua creazione della sua arte?

Across The Universe è composta da un assemblaggio di moduli volumetrici che combinati tra loro daranno vita a un nuovo organismo dove ogni elemento è parte del tutto. E’ una installazione che trascende il singolo e attinge nel collettivo condiviso. Il modulo tridimensionale è alla base della vita, è una cellula che compone l’insieme.

Perché ha dato questo titolo alla sua opera?

Across The Universe è il titolo di una canzone dei Beatles che racconta delle cose che accadono nell’universo, delle emozioni che si spingono all’infinito e di quanto queste possano trasformare l’essere senza che nulla cambi nel mondo personale di ognuno in quanto tutto è già in essere. Parla di un sentimento condiviso, diverso per ogni uomo, ma che tiene insieme l’universo. Il 4 febbraio 2008, la NASA trasmette via radio “Across The Universe” in direzione della Stella Polare, a 431 anni luce di distanza, per festeggiare il quarantesimo anniversario della canzone e i cinquant’anni della NASA. Contemporaneamente al suo lancio verso la stella, da ogni parte del mondo i fan dei Beatles ascoltano nello stesso istante la canzone, così da creare una sorta di “flusso armonico planetario” e per coadiuvare l’esplorazione del cosmo. Un messaggio rivolto all’Altro, al Diverso, all’Ignoto. Ogni singolo individuo, in ogni parte del mondo, è parte del tutto e partecipa alla scoperta dell’Universo. La canzone, o meglio, il suo segnale radio è ancora lì, in viaggio nell’Universo e il nostro messaggio di accoglienza e scoperta dell’Altro ha valore nel fatto che nella nostra unicità siamo parte del tutto, nelle varie forme e combinazioni possibili.

Nella sua opera lei si avvale anche della proiezione di un video. Ci vuole illustrare meglio la sua idea, cosa vuole rappresentare con la doppia proiezione dell’immagine della bambina, cosa vuole comunicare al pubblico?

L’opera è un fermo-immagine di una trasformazione in divenire che poi viene raccontato. Nella video-opera dal titolo “Flatland” propongo l’animazione grafica, bidimensionale, delle sculture presentate. Nel video in maniera quasi evanescente c’è una presenza: una bambina, che ripete come in una litania o in un mantra due parole: Flatland e Spaceland. La stessa bambina è rappresentata nel video che proietto all’ingresso del vicolo, la bambina è in piedi ed attende di connettersi con il pubblico. Infatti in tanti hanno interagito con questa proiezione giocando con le ombre o fotografandosi con l’immagine. La mia opera è il viaggio dell’IO nelle diverse combinazioni e nelle diverse dimensioni, alla scoperta di SE STESSO e dell’ALTRO e Flatland e un “amplificatore” di questo concetto.

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