Fr. MichaelDavide Semeraro: “Il dolore non ci lascia mai uguali. Ci rende migliori o peggiori”

NOCI – Un Chiostro delle Clarisse colmo di gente si è registrato giovedì 26 maggio con l’incontro intitolato “Alla scuola del dolore: consolare gli afflitti” del benedettino fr. MichaelDavide Semeraro del monastero della Visitazione, in Val d’Aosta. Per la prima volta in visita nel paese di Noci, il frate benedettino ha fatto più volte visita nel nostro territorio al monastero della Madonna della Scala. Nato a Fasano, oggi collabora con alcune riviste, accompagna ritiri e sostiene conferenze come quella teologica sostenuta nel nostro paese, è definito un “Maestro di umanità” da don Peppino Cito, presentatore dell’evento.

Il tema scelto per questa prima tappa formativa teologica è il pellegrinaggio alle radici della fede con la devozione mariana, dal momento che per tutti i nocesi il mese di maggio è il mese dedicato alla Madonna della Croce. Ed è proprio la croce il tema centrale della conferenza, la quale “nonostante non sia un titolo molto diffuso per la Madonna, ne è simbolo di dolore. Il dolore non ci lascia mai uguali. O ci rende migliori o ci rende peggiori” spiega fr. MichaelDavide Semeraro. “Oggi ci troviamo in un momento delicato della nostra società che può portare al declino. Tutto dipende dalla capacità di avere compassione”.

L’immagine della Madonna della Croce ricorda l’immagine della maternità che è avvertita come sostenitrice del dolore e della sofferenza. Un conto è assistere ad un parto, un altro è viverlo. Anche Gesù quando parla della sua passione, la paragona alla Madonna che deve partorire, come elemento del dolore. Quando il Signore è venuto sulla Terra non aveva in mente di fondare la Chiesa. È venuto per una speranza di vita. La Chiesa nasce per la compassione di Cristo per l’umanità. Maria, quindi, è Chiesa, cioè come persona che sta affianco alla sofferenza e alla compassione”. È questo il messaggio che il frate benedettino vuole lasciare a tutti presenti. “Quando un bambino riceve il battesimo, gli si fa il segno della croce come per voler dire che durante la sua esistenza proverà dolore. E dolore è vita. La croce non è una cosa pessimista della vita. Gesù è venuto al mondo per rivelarci l’amore del Padre, anche se questo è andato a scomodare qualcuno. La Madonna della Croce significa che le esigenze di un amore vero devono portare all’ottimismo tragico”.

L’intervento si conclude con la consolazione degli afflitti “come opera di Misericordia”, su cui verte il Giubileo straordinario indetto quest’anno da Papa Francesco. “Non bisogna farli vergognare e bisogna consolarli per non ammazzare la loro sensibilità. Nessuno può imparare senza aver sofferto”.

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