NOCI – Si pensa alla prima guerra mondiale come quella studiata sui libri di scuola in maniera superficiale, analizzando i fatti della storia, ma mai soffermandosi su ciò che quella guerra ha significato per coloro che l’hanno vissuta, gente che in prima persona ha affrontato un periodo ricco di violenza, gravi atrocità e ingente spargimento di sangue.
L’opportunità di affrontare aspetti inediti della grande guerra e di attualizzare la storia mettendola a confronto con le dinamiche odierne, mediante un approccio totalmente innovativo ed originale, è stata offerta nel corso dell’evento intitolato “Emergenze sociali e problema dei profughi e rifugiati nella grande guerra”, svoltosi lo scorso lunedì 22 febbraio presso l’auditorium del liceo Leonardo da Vinci. Il seminario, presentato dalla professoressa Antonella Fiore, ha reso omaggio allo storico e professore di filosofia del suddetto istituto Giulio Esposito, scomparso prematuramente mesi fa. “Un uomo giusto, amorevole, sempre ottimista e sorridente, anche durante la lotta contro la malattia, innamorato della storia e della scuola, poiché il suo obiettivo è sempre stato quello di insegnare ai propri studenti ad essere consapevoli del proprio passato e cittadini attivi”, questo è il pensiero di chi ha avuto il piacere di conoscerlo. Egli, grande scrittore e storico qual era, insieme ai suoi colleghi ed amici dell’IPSAIC, l’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, è l’esempio di chi discendendo nel passato ha riportato alla luce la verità, ritrovando fonti storiche che gli hanno consentito di scrivere libri divenuti testimonianze di identità storica. Nel corso della serata sono intervenuti i membri dell’IPSAIC, i professori Leuzzi, Muciaccia, Pellegrino e la professoressa Vitulli, che hanno esposto ai presenti il lavoro di ricerca storica eseguito insieme al professore Esposito, mostrando testimonianze di propaganda, canti e registri scolastici risalenti al periodo della prima guerra mondiale, evidenziando in tal modo l’atteggiamento severo e maschilista di quei tempi rispetto ai giorni d’oggi.
Toccante è stato l’intervento del professore Giorgio Esposito, fratello del protagonista della serata, che ha letto un suo elaborato riguardante la sua vita da bambino, alquanto precaria ma felice, poiché la precarietà consente all’uomo di non sentirsi attaccato ai beni materiali, ma lo lega agli affetti, come suo fratello con il quale ha condiviso la passione per la filosofia e la storia, gli ha fatto da padre in assenza del loro vero padre e che lo descrive come “un amante della vita nel senso più profondo, per la costante curiosità, la cultura, la forza di volontà, e il buon umore che lo caratterizzavano”.
Inoltre, hanno contribuito ad animare la serata anche gli alunni dei plessi “Da Vinci-Galilei”, “Gallo-Positano” e “Pascoli-Cappuccini”, impersonificando i profughi, narrando testimonianze di donne, anziani e bambini vissuti durante la guerra e cantando brani inerenti alla tematica, accompagnati da una piccola orchestra di flauti traversi e violoncelli.
A conclusione della serata sono intervenuti l’ingegnere Lamanna, l’avvocato Michele Longo sindaco di Alberobello, il dirigente del plesso “Pascoli-Cappuccini” dott. D’elia, il direttore della biblioteca comunale di Noci Giuseppe Basile, l’ex sindaco di Noci Pietro Bruno, lo storico Pasquale Gentile, la dirigente dell’istituto “Da Vinci-Galilei” Rosa Roberto, il sindaco di Noci Domenico Nisi che ha affermato: «Giulio rappresenta un esempio di speranza per i ragazzi di oggi, poiché nella propria vita devono essere spinti a realizzare qualcosa di importante, con uno slancio di solidarietà di cui tutti abbiamo bisogno», e la moglie del professor Esposito, Carla, la quale si è espressa dicendo: «Giulio ci ha lasciato la gioia anche nella sua malattia, è così che vogliamo ricordarlo».