Che cos’è #visitnoci?

NOCI – È nato in sordina più di un mese fa l’hashtag #visitnoci venendo allo scoperto durante l’ultima edizione di Bacco nelle Gnostre, presentato da alcuni esponenti dell’amministrazione comunale in uno stand appositamente istallato in piazza Garibaldi.

Da allora però si sa poco o nulla soprattutto sulla sua genesi e sulla sua gestione. Stando alla descrizione inserita sulla pagina Facebook di appartenenza l’hashtag avrebbe quale funzione principe quella di far emergere la città dei tre campanili, rinomata per la sua enogastronomia, attraverso il “turismo esperenziale”. Questa particolare forma di turismo dovrebbe emergere attraverso foto che i forestieri, ma anche i residenti, potrebbero postare su Instagram (altro social network) cogliendo particolari scorci della cittadina murgiana.

Ma i numeri non convincono. Oltre che tra i due social non c’è corrispondenza – manca il collegamento tra Facebook e Instagram – a distanza di più di un mese la pagina conta appena 304 like mentre su Instagram ci sono appena 120 follower per 35 post. A tutto questo si aggiunge un sito internet www.visitnoci.it che è completamente vuoto di contenuti.

Al di là del visibile quello che fa dubitare sulla riuscita di questo progetto è l’invisibile. Da un post pubblicato subito dopo la presentazione novembrina dalla funzionaria regionale Annalisa Fauzzi, tra il serio e il faceto, sembrerebbe che il progetto “visit” risalirebbe addirittura al 2012 in adesione al PSR – Piano di Sviluppo Rurale 2007-13 del GAL Terre dei Trulli e di Barsento per un’app turistica, che la stessa avrebbe creato insieme a Massimo Gentile, account executive di un’agenzia di comunicazione nocese. Ad oggi però il progetto “visitnoci” compare a firma del Comune di Noci e senza app.

Come ha fatto l’ente pubblico a venire in possesso di un progetto creato da privati quattro anni prima? All’albo pretorio online del sito istituzionale non compare nulla sulla questione, allora abbiamo contattato il diretto interessato Massimo Gentile, che però ha glissato sull’argomento. Ci siamo quindi rivolti all’assessore agli eventi Vittorio Lippolis che ci ha rimandato all’assessore alla cultura Lorita Tinelli. Alla fine, nel rimpallo di ruoli e competenze, non si è riusciti a venire a capo di nulla. Nessuno sa dire che cos’è #visitnoci, a chi fa capo e chi gestisce le pagine social. Parafrasando il claim del progetto verrebbe da dire: #visitnoci, basta poco per essere in-felici.

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