Celebrazione del 4 novembre, Forze Armate “sentinelle di pace”

NOCI – Come ogni anno, il Comune di Noci ha rinnovato la celebrazione del 4 novembre, in occasione della Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, istituita nel 1918 per commemorare la vittoria dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale e il completamento dell’unità nazionale. Attraverso una cerimonia, tenutasi nella mattinata di venerdì intorno al monumento dei caduti di via Cavour, è stata deposta, dai volontari nocesi della Croce Rossa, una corona d’alloro in ricordo a tutti coloro che hanno perso la vita combattendo per la nostra patria.

La commemorazione, presieduta da don Carmine Chiarelli e dal sindaco di Noci Domenico Nisi, ha visto la partecipazione dell’amministrazione comunale, del giudice di pace, dei componenti delle varie autorità militari e civili, della protezione civile e delle associazioni di volontariato, nonché alcune classi di tutte le scuole nocesi di ordine e grado.

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La manifestazione è stata arricchita da alcune letture dei ragazzi, i quali hanno ricordato, tra le altre opere, una poesia del nocese Gabrieli e, attraverso le parole di Giulio Esposito, come Noci ha vissuto la Seconda Guerra Mondiale, ricordando che, nonostante Noci non sia stata toccata in maniera evidente dalla guerra ha comunque subito vari disagi, oltre all’enorme numero di nocesi caduti durante il conflitto. La manifestazione ha visto anche l’ascolto dell’inno di Mameli, simbolo dell’unità nazionale. «Quando è partito il disco con l’inno nazionale, questo stentava, si inceppava. Poi noi abbiamo preso a cantare. Abbiamo dato sostanza vera a quell’inno. Lo abbiamo sostenuto. Con la nostra voce abbiamo dato al nostro inno nazionale il sostegno, la forza», ha commentato il sindaco.

«Ci si è adoperati per fare memoria dell’inizio di un fatto tragico. Il primo pensiero è che, come tutte le cose della vita, anche quelle più brutte, in qualche maniera iniziano e finiscono. Quindi possiamo immaginare che questo momento di commemorazione è sì un momento di ricordo, ma anche il gettare ogni anno un seme di speranza nonostante la perdita di molte vite umane. Le vite di tantissimi giovani». Oltre al ricordo delle tante vittime della guerra, si è voluto ringraziare le Forze Armate, la Protezione Civile e i tanti volontari che proprio in questo periodo si stanno adoperando per portare un segno di speranza in tutte le varie tragedie che hanno colpito nei mesi scorsi l’Italia, dal terremoto alle morti nel mediterraneo. «Abbiamo sentito parlare di fratellanza. La fratellanza è una bella parola. Solamente che se non la riempi di gesti concreti, sono solo parole “a chiacchiere”» ha aggiunto il sindaco, ricordando ancora una volta l’importante aiuto che queste persone svolgono sia in Italia che all’estero come «sentinelle di pace», inviate in quei paesi dove i diritti umani vengono negati.

«Oggi potremmo quindi ricordare che questi uomini e queste donne gettano un seme di speranza, non solo per difesa, ma anche di aiuto», ha concluso Domenico Nisi. «Possiamo utilizzare questa festa per sentirci una voce sola. Molto spesso si usa dire che nei momenti di difficoltà ci si unisce. Noi dovremmo iniziare a ricordare che dovremmo essere uniti sempre. Perché se siamo uniti sempre quando si presenta la difficoltà, siamo pronti ad affrontarla».

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