Bullismo e dintorni

NOCI – L’argomento imperante di questi giorni è senz’altro il Covid-19 a proposito del quale si dice tutto ed il contrario di tutto tra certezze ed incertezze, verità e “bufale” per cui ho deciso di occuparmi di altro prendendo lo spunto da un fatto realmente accaduto.

Mario Forti
Mario Forti

Rocco (nome di fantasia) frequenta la scuola dell’obbligo e conseguentemente si trova in età adolescenziale: nonostante l’anno scolastico volga ormai quasi al termine, non si è integrato in classe e non lega con i compagni di scuola come vorrebbe. I genitori, naturalmente, sono preoccupati e ritengono che l’isolamento di Rocco sia derivato dal periodo adolescenziale e che il tutto passerà col tempo. Ma questa certezza viene subito messa in dubbio da un episodio che li ha fatti riflettere: un giorno Rocco rimane a casa con la febbre ed in sua assenza un “docente”, alla presenza dei compagni di scuola di Rocco, lo schernisce descrivendolo con toni non proprio “idilliaci”.

I genitori preoccupati della situazione chiedono un colloquio con i vertici della scuola i quali, dopo aver messo in dubbio la veridicità della notizia, si sono concentrati sul “come” la notizia sia potuta uscire da quell’aula insistendo nel voler sapere il “nome” dell’alunno che ha osato parlare. Difronte a questo atteggiamento lo sconforto dei genitori è diventato ancora più evidente in quanto il problema principale è diventato “chi ha parlato” e non il contenuto della conversazione del docente.

Queste circostanze hanno creato il panico tra i genitori inducendoli a rileggere gli atteggiamenti di Rocco con una chiave nuova. Si sono chiesti e mi chiedo anche io se un tale atteggiamento non possa alimentare fenomeni di bullismo che è caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico.

Esistono dei segnali d’allarme da non sottovalutare che talvolta indicano che il ragazzo è vittima di episodi di bullismo: stress emotivo e senso di impotenza nell’affrontare la situazione e tentare di mettervi fine. Ne consegue un  maggior rischio di sviluppare disturbi mentali, come ansia o depressione, manifestazione di tendenze autolesioniste, o persino suicide, calo del rendimento scolastico e difficoltà a socializzare. Le ripercussioni di simili episodi secondo gli studiosi si manifestano a lungo termine anche in età adulta.

Ritengo che la scuola e le altre istituzioni debbano fare la propria parte per scongiurare il verificarsi di tali casi, ma ahimè, nel caso specifico mi è sembrato remassero in senso contrario.

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