25 novembre. Quanto vale la vita di una donna, in Italia?

La ministra Bonetti parla, alla Camera, nel giorno in cui si discute la mozione contro la violenza sulle donne. I deputati presenti sono 8 (su 630)

ROMA – Roma, 22 novembre 2021. Camera dei deputati, ore 15.30.– Nel giorno in cui si discute la mozione contro la violenza sulle donne, la Ministra per le pari opportunità e per la famiglia, Elena Bonetti, si è presentata, in aula, “in rosso”. Ad essere di colore rosso – colore comunemente scelto al fine di indicare la lotta alla violenza sulle donne – non è stato solo il suo vestito, ma, anche, la sua mascherina. Si è trattata di una scelta strategica, attua a comunicare il proprio totalizzante impegno umano, oltre che politico, al fine di fronteggiare un problema che affligge, oramai da anni, la nostra società e il quale interessa, indistintamente, donne di ogni età, ogni professione e ogni “ceto sociale”. La violenza, infatti, è “democratica”.

<<Questo Parlamento è trasversalmente e profondamente impegnato nel promuovere azioni strategiche per ripudiare qualsiasi forma di violenza contro le donne>>, esordisce così la Ministra Bonetti, nel corso del suo discorso alla Camera. Poi alza lo sguardo e, intorno, è il deserto. Dei 630 deputati totali, ne sono presenti solo 8. Un’assenza questa che lascia sbigottiti, che offende, nel senso più letterale del termine, tutte le donne italiane che, ogni giorno, combattono contro ogni forma di molestia e violenza, e che non rende giustizia alle donne alle quali la vita è stata tolta. Un’assenza che stride con il <<profondo>> impegno politico tanto auspicato dal Parlamento.

A poter rappresentare questa piaga sociale sono i numeri, più che mai esplicativi. 103: corrisponde al numero di donne uccise dall’inizio dell’anno. 60: sono quelle morte per mano di compagni o ex-compagni violenti. Questo significa che, da gennaio ad oggi, è deceduta una donna ogni 3 giorni circa. I dati della violenza sulle donne, in Italia, preoccupano e sono drasticamente peggiorati dopo il lockdown, periodo in cui la permanenza forzata entro le mura domestiche, spesso “in compagnia” del proprio aguzzino, ha accentuato i problemi, con meno denunce e più femminicidi.

È uno stillicidio che sembra non avere fine. <<C’è ancora tanto da fare. E la sfida contro tutta questa violenza si gioca esclusivamente sul campo della prevenzione>> – sostiene il prefetto Francesco Messina. E ancora una volta, a venir fuori, è il concetto del prevenire… prima che sia troppo tardi. Prima che ce ne sia un’altra di meno. L’obiettivo? Bisogna convincere ogni singola vittima ad uscire dal silenzio, dalla vergogna, dalla solitudine, per potersi ricongiungere alla vita.

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