“Tutto il sole che c’è”, di Antonella Boralevi

NOCI – Domenica 18 luglio, alle h. 20, ha avuto luogo un’anteprima speciale, presso il Chiostro delle Clarisse, sito nel centro storico nocese, della seconda edizione del festival di lettura “Chiostri, Inchiostri e Claustri”. Al fine di presentarlo alla cittadinanza sono intervenuti, in una conferenza stampa, il primo cittadino Domenico Nisi, l’ex senatore Pietro Liuzzi, l’assessore alla promozione culturale del Comune di Noci Gaetana Bruno e il direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Bari Giancarlo Chielli.

Alle h. 21 si è tenuto il primo vero e proprio incontro del festival con l’intervento della scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva Antonella Boralevi. In un dialogo con Monica Bruno, responsabile organizzativa del festival, la scrittrice presenta il suo ultimo romanzo “Tutto il sole che c’è”, edito dalla casa editrice La Nave di Teseo.
Il racconto ha inizio il 10 giugno 1940, proprio nel momento in cui l’Italia, flagellata dalla dittatura del Duce, entra in guerra. In questo contesto storico, l’autrice presenta i propri personaggi, quattro ragazzi che, nel giardino di una villa in Toscana, giocano a tennis. La Grande Storia li travolgerà, mutando le loro vite in maniera irreversibile.

Protagoniste del romanzo sono le sorelle Valiani: la primogenita quattordicenne Ottavia, “tutto il sole che c’è” della famiglia, che vive in simbiosi con il padre, e la minore Verdiana, caratterialmente opposta alla prima. Una è il metro di giudizio dell’altra. La narratrice iniziale del romanzo è proprio Verdiana, che anziana, ritrova dei fogli, scritti dalla sorella, e torna indietro nel tempo insieme al lettore. A fare da cornice agli eventi è la guerra. Sarà proprio Ottavia a dirsi: “Allora è questa, la guerra […] Ci è saltata addosso proprio quando noi si credeva di essere salvi”. Emblematico l’intervento, in sala, dell’autrice che spinge i lettori a comprendere come il pensiero della protagonista sia, in realtà, analogo a quello maturato da ognuno nel corso dell’ultimo anno di Pandemia. Significativo, inoltre, il lavoro di grande cura svolto dalla scrittrice nello spiegare il difficile legame costruitosi tra le due sorelle caratterizzato dal rapporto di subordinazione che Verdiana vive. In tutto il libro, ricco di storie nelle storie, di personaggi che si rivelano in tutto il proprio “essere”, il lettore potrà facilmente identificarsi e, grazie ad essi, effettuare altresì un profondo processo d’introspezione.

E poi ci sono Verdiana e Ottavia e la loro straordinaria natura umana che sarà difficile, al termine della lettura, lasciare andare…

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