NOCI – Sonate dolci e melodie fantasiose hanno riecheggiato venerdì sera a Largo Torre. La chitarra della 27enne milanese Federica Canta descrive in maniera incantata e piacevole un repertorio dedicato al romanticismo non espressamente incentrato sul periodo storico musicale.
Due secoli di musica per chitarra, anticipata dalle trascrizioni bachiane, che ne tracciano una storia bellissima e che oggi è alla ricerca di una nuova riformulazione, quasi come se fosse una musica per chitarra 2.0. Dalle “Due Sonate” (K.63, K.20) di Domenico Scarlatti, appositamente trascritte dalla stessa chitarrista, a Giulio Regondi, Canta suona e impressiona il folto pubblico presente attraverso virtuosismi che reinterpretano la chitarra in un nuovo modo personalissimo e sopraffino di suonarla attirando a sé chi l’ascolta.
Virtuosismi che trovano massima espressione nei “Due Capricci di Goya” scritti da Mario Castelnuovo-Tedesco e soprattutto in “Moment Musical”, III° movimento della sonata romantica di Manuel Marìa Ponce (di quest’ultimo Canta ha suonato a Noci solo il I° e appunto il III° movimento). Una forza esplosiva quella di Federica Canta che nella sua performance nocese ha preferito saltare l’intervallo previsto a metà serata perché «mi sento carica qui a Noci». La serata nocese dedicata alla chitarra classica si è conclusa con “Un sueno en la floresta” di Augustin Barrios.
Il successo del concerto rafforza il sodalizio sempre più attivo tra la ProLoco di Noci e l’Atelier Chitarristico Laudense, con sede a Lodi ma diretto dal nocese Mario Gioia, che si popone di far conoscere i talenti italiani della chitarra classica ed avvicinare sempre più il grande pubblico a quella che una volta veniva definita “musica colta” e che oggi invece è alla portata di tutti, soprattutto ad un orecchio attento.