La redazione del quotidiano locale LeggiNoci ha deciso di ridar vita alla Rubrica “In&Out”, avente cadenza settimanale, al fine di informare i lettori sull’evento che, a nostro dire, può essere considerato “IN” e su quello definibile “OUT”, verificatisi sulla scena locale, nazionale e/o internazionale.
IN = Nel corso dello scorso appuntamento domenicale della Rubrica, la redazione di LeggiNoci, in occasione della Giornata dedicata ai lavoratori, ha sottolineato alcune delle criticità che caratterizzano il sistema del lavoro italiano. Questa settimana però, la redazione si è imbattuta in una storia ben lontana da quel dittatoriale mondo del lavoro privo di scrupoli sul quale ha concentrato il proprio “focus” in occasione della giornata del 1° maggio. Pertanto, quest’oggi, si mira ad “accendere la luce” su tale scoperta, al fine di mostrare “l’altra faccia della medaglia”.
Protagonista di questa storia è Stefania Brancaccio, classe 1949, nominata “Cavaliere del lavoro” nel 2008, dall’allora Presidente della Repubblica, Napolitano. La Dtt.ssa Brancaccio è un’imprenditrice – una delle poche donne-imprenditrici del Sud Italia – che, ogni giorno, nella propria azienda, offre lavoro ad oltre 150 persone, tra le quali molte donne, in una terra che, ormai da anni, è stata “battezzata” “la terra dei fuochi”. “Fare impresa” in Italia, nel Meridione, anche in una realtà così martoriata, si può. “Fare impresa”, in modo etico, SI DEVE. La particolarità di quest’azienda consiste nel permettere alle proprie lavoratrici e ai propri lavoratori non solo di lavorare in un luogo, quello di Acerra, in cui il lavoro è considerato, molto spesso, un privilegio, ma di permettere loro di vivere, in modo dignitoso, il binomio lavoro-vita privata. Un binomio che anche semanticamente, nella società odierna, viene considerato un ossimoro, un binomio vìolato in gran parte delle realtà lavorative del nostro Paese. Lavorando in quest’azienda, si ha un unico dovere inviolabile: rispettare il MANIFESTO PER LA PARITA’ DI GENERE – “emanato” dall’imprenditrice – in cui sono sancite una serie di diritti inalienabili dei lavoratori di quest’impresa, come, ad esempio, la «retribuzione equa ed uguale tra uomini e donne per lo stesso lavoro o lavoro di ugual valore». Un Manifesto, questo, che dovrebbe essere adottato da tutte le imprese italiane, auspicando che diventi, un giorno, la tanto bramata “normalità”.
OUT = Questa settimana ha avuto inizio con la diffusione di un video, divenuto virale sui vari social network, in cui si vede Rocco Leone, consigliere regionale della Basilicata ed esponente di Fratelli d’Italia, raccontare, divertito, di aver “consigliato”, all’assessora Donatella Merra, di fare «gargarismi di ***». Iniziato a circolare il video, il consigliere si è giustificato definendo tale affermazione semplice goliardia.
Lui pensa, e probabilmente lo pensano in molti, che pronunciare una frase così volgare e lesiva della dignità della donna sia una sciocchezza, la classica “chiacchiera da bar”, ma il problema è proprio questo. Quante altre volte dovremo incassare espressioni sessiste e assistere passivamente all’indulgenza della collettività che giustifica il maschio in quanto tale e, quindi, anche quando dimentica di ricoprire un ruolo in cui è necessario dimostrare educazione, buon senso ed autocontrollo?