Pensiero unico nocese

Si muovono su piani paralleli, la crisi commerciale, il centro storico svuotato e l’assenza di pensiero politico. Quello che ho nel titolo chiamato “pensiero unico nocese” lo possiamo equivalentemente chiamare assenza di pensiero politico.

In campagna elettorale abbiamo assistito alla gara di sensibilità sul tema ambientale. Durante il Natale invece Noci è stata riempita di luci, in modo esagerato e talvolta con discutibile equilibrio estetico. Tutte queste luci hanno reso visibile alcune cose: la scarsa sensibilità al tema ambientale ed ai consumi, lo scarso appeal di Noci verso avventori, turisti, abitanti di paesi vicini, che piuttosto hanno preferito altre piazze a noi confinanti. E hanno messo in evidenza il vuoto imbarazzante del centro storico nocese.

Le attività commerciali nocesi si chiudono, sono in vendita e noci non è più la piazza di interesse economico del paese. È evidente il bisogno di ripensare il futuro della città. Ma mancano le condizioni essenziali: una nuova visione, nuovi pensatori.

E proprio sui pensatori Noci è in ginocchio. Il ricambio di menti pensanti non c’è stato. Governano oggi Noci gruppi che la governavano nei quinquenni precedenti. Qualche volto nuovo e silenzioso siede in assise a rappresentare le solite famiglie che hanno fatto e fanno tuttora del cemento le loro fortune. Negli anni cambiano le posizioni negli scranni. Un giorno ci si siede in maggioranza, un giorno in opposizione. Si recita la parte, ma sottobanco è come se ci fosse un accordo, nemmeno troppo tacito, a comportarsi secondo un copione condiviso, che si chiama: pensiero unico nocese.

In questi mesi è tangibile come la vita politica si sia appiattita. Mentre a Noci cresce l’unica cosa che è sempre cresciuta, le palazzine, l’opposizione si guarda bene dal recitare un ruolo diverso da quello che il suo elettorato le ha assegnato: curare gli interessi del contratto voto-beneficio. È in questo contratto la chiave di lettura della vita sociale e politica della città. Cosa hanno voluto ed avuto i nocesi in cambio del voto? E sì, perché le cose si fanno in due, rappresentanti e cittadini. Ma Noci è felice così. Godiamocela senza farci troppe domande. La saggezza napoletana dice: “chiagn e futt.”

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