Femminicidio

NOCI – Nelle ultime settimane è salito ancor più alla ribalta il tema del femminicidio. In verità è un dramma di sempre, che va avanti dalla notte dei tempi. L’accentuazione mediatica, i tempi che viviamo e l’accresciuta sensibilità al tema, restituiscono la percezione di un fenomeno esploso nel 2016. Si rincorrono così le statistiche, c’è chi fa notare una maggiore incidenza al Nord e meno al Sud, dove sembrerebbe esserci una più ampia e coesa rete sociale, che protegge la donna, non la lascia sola. Si moltiplicano le considerazioni, si evidenziano i segnali premonitori, come può essere il controllo di Facebook, dei messaggi sul cellulare della propria donna. Si danno consigli, ad esempio evitare il cosiddetto “ultimo appuntamento” richiesto dall’ex fidanzato, perché proprio in quella circostanza avviene una percentuale elevatissima dei femminicidi.

Anche noi abbiamo voluto toccare il tema, con grande attenzione ed umiltà, perché è davvero molto complesso e profondo. Perciò vogliamo evitare giudizi e prese di posizione. Intanto tocchiamo l’argomento perché è giusto sensibilizzarci tutti verso la tematica. Fare delle ricerche su internet, seguire delle trasmissioni e documentarsi come si può è un incitamento che facciamo, perché è sempre utile. Chiunque, anche il vicino di casa, l’amico fidato o il fratello di cui non lo avresti mai detto, si può rendere reo di femminicidio. E proprio in questo senso, cioè nell’alzare il livello di sensibilità e conoscenza, vogliamo dare un nostro piccolo contributo, aggiungendo al tema alcune considerazioni.

L’uccisione di una persona in genere, soprattutto di una più indifesa, spesso avviene come azione punitiva di un qualcosa. Si scarica sull’altro la colpa di essere diverso, inferiore, indipendente, libero. Chi uccide ha sicuramente, in quel momento, un pensiero dittatore, eccessivo, posseduto, che magari nasconde una forte fragilità del suo “io”. Non a caso spesso al femminicidio succede il suicidio, come illusoria soluzione della problematica interiore. Soprattutto chi uccide per gelosia, chi pensa di possedere a vita un’altra persona, solo perché sposata o fidanzata, in realtà sta proiettando sull’oggetto “amato” una sua grande problematica interiore, perché è incapace di riconoscere l’altro e riconoscersi in esso.

Ammettere, rispettare e non violare il fatto che la donna ha una dignità, dei valori, delle emozioni, dei pregi e dei difetti propri ed inviolabili, come lo è per l’uomo, per queste menti deboli e possedute è difficile. L’uomo geloso è offuscato, è possessivo, di conseguenza ossessivo, paranoico ed infantile. In queste situazioni è alto il rischio di vivere un amore malato, dove si proietta sulla partner una propria problematica interiore, cioè l’incapacità di amare, rispettare e riconoscere l’altro. Di qui il tema si farebbe ancora più profondo, ma è sufficiente a dire, alle donne soprattutto, di essere vigili, di imparare a riconoscere gli eccessi di gelosia e le ossessioni nel proprio compagno. Solo così si può iniziare ad evitare il peggio.

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