Puccini e quei “giorni indimenticabili” a Bari

NOCI – «Puccini è un artista complesso, con difficoltà esecutive, ma forse è proprio per questo che il pubblico lo ama». La massima pronunciata dal maestro Giovanni Guerrieri è forse l’espressione che più rappresenta la serata dedicata al compositore lucchese Giacomo Puccini.

Organizzata dall’associazione musicale “M° G. Chielli” in collaborazione con il Centro Studi Giacomo Puccini e con il patrocinio del Comune di Noci, al chiostro di San Domenico venerdì sera si è scoperta una delle pagine più belle della biografia pucciniana.

Nella cornice ex conventuale un uditorio composto principalmente da amanti della “musica colta” le note pucciniane di Manon Lescaut interpretate da Roberto Corilianò al pianoforte hanno scandito i passaggi più significativi del soggiorno barese di Giacomo Puccini, avvenuto nel 1895, che gli hanno permesso di vivere dei “giorni indimenticabili” in una città dall’ “intuito musicale sorprendente”.

Mettendo a confronto le cronache del tempo riportate dal Corriere delle Puglie con l’Epistolario Pucciniano grazie ad un lavoro certosino di Vincenza D’Onghia e del centro studi pucciniano, sono venuti alla luce molti fatti che hanno contraddistinto il soggiorno barese di Giacomo Puccini. Quello che ha colpito maggiormente è l’aneddoto raccontato dall’archivista e scrittore Nicola Mascellaro che ha raccontato di come a Bari all’epoca esistesse un certo Maestro Annoscia che avrebbe eseguito per la prima volta sulla cassa armonica fissa installata in piazza Prefettura, Manon Lescaut rivisitata in chiave bandistica proprio mentre Puccini soggiornava nel capoluogo pugliese. «Sapete come è finita? – racconta Mascellaro – che Puccini ha abbracciato Annoscia».

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E alla tradizione delle bande da giro si lega a doppio nodo l’intervento del maestro d’orchestra Giovanni Guerrieri che ha invece raccontato delle difficoltà di adattamento della partitura e dell’esecuzione delle opere pucciniane rivisitate per banda. «La cosa più difficile per tutti – spiega Guerrieri – è l’adattamento per arpa, strumento fondamentale ed insostituibile nell’opera pucciniana».

Aneddoti di diverso calibro invece vengono raccontati dal professore universitario Pierfranco Moliterni che ha di fatto portato all’attenzione dell’uditorio l’attenzione di Puccini alle avanguardie del suo tempo. «Puccini ha scritto il primo western all’italiana – afferma il docente universitario – con “La fanciulla del West” ha aperto la mente a molti. Sapeva che stava prendendo piede la cinematografia ed ha anticipato i tempi». E poi via discorrendo fino a scoprire che il compositore lucchese è stato ospite anche in una villa privata nella vicina Putignano. «Una serata eccezionale – ha commentato Moliterni a fine incontro, promettendo – un incontro da ripetere nel 2017 nel foyer del Petruzzelli».

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