Noci: paese tracciato dagli alberi

NOCI – Se il nome è la parola che descrive una entità, già nel nome del nostro paese è racchiusa tutta la sua personalità. Tra storia e leggenda, il paese di Noci vede il suo destino legato ad un albero.

Nello specifico è il noce che ha segnato la nostra identità storica ma, nella realtà quotidiana è il fragno che segna il nostro paesaggio.

Il paesaggio nocese era in passato quello di “un’antica terra verde” (come viene definito dallo storico Pasquale Gentile nel suo “Museo della Strada”). Ovunque boschi, selve miste di fragno e roverella. Ogni viaggio nel bosco era un viaggio di esplorazione ed i nocesi erano inconsapevoli di quanta felicità possono darci gli alberi e di quanto possiamo imparare dagli alberi.

Gli alberi sono esseri sociali: condividono il nutrimento con i loro simili e rimettono in forza i loro concorrenti perché hanno compreso che insieme si sta meglio.

Mentre un albero da solo è in totale balia del vento e delle condizioni atmosferiche; molti alberi insieme creano un ecosistema che mitiga gli eccessi di calore e di freddo.

In passato gran parte dei boschi nocesi sono stati tagliati per produrre legna da ardere e carbone. Per anni l’intera economia nocese si è basata sullo sfruttamento dei nostri boschi che hanno ospitato i nostri avi dediti al taglio o alla condotta di carbonaie: un esempio primordiale di economia circolare.

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Dimentichiamo però, che gli alberi, come gli altri esseri viventi, sono dotati di memoria, parlano con loro, registrano sensazioni e riportano sulla loro corteccia i segni di quello che è stato il nostro passato: sono segnati da quanto e da come li abbiamo sfruttati.

Per esempio, tutte le querce (fragno compreso) comunicano per mezzo di sostanze chimiche odorose: se un fragno subisce un’infestazione di insetti, emana segnali olfattivi su un’area abbastanza vasta e tutti gli esemplari che ricevono il messaggio si preparano a respingere l’attacco, depositando speciali sostanze amare che mettono in fuga gli insetti.

Cosi come dimentichiamo che la tanto rinomata aria salubre nocese, che ha anche ispirato poeti e letterati locali, altro non è che il risultato della presenza dei nostri boschi, tanto più numerosi in passato.

Tuttavia è sbagliato pensare che gli alberi si limitano a filtrare l’aria, essi vi immettono anche i fitoncini perciò è provato scientificamente che la pressione sanguigna dei visitatori del bosco aumenta fra le conifere mentre si riassesta su valori più bassi nei querceti. I fitoncini esercitano inoltre un’azione positiva anche sul nostro sistema immunitario perché uccidono i germi…

Noi nocesi non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati a vivere a contatto con questi fantastici alberi.

Vorrei lanciare una dichiarazione d’amore indirizzata al bosco ma che sia un monito per noi nocesi al fine di preservare il nostro patrimonio arboreo garantendolo per i nostri figli.

DANIELA FUSILLO – Presidente Associazione  MurgiAmbiente

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