“No Frame”: il primo spettacolo di Arte Acusmatica della storia di Noci

NOCI – Un’atmosfera unica, dominata interamente dal buio e dal potere del suono, ha invaso i locali di Scatola Sonora lo scorso 8 aprile, regalando ai presenti un’esperienza uditivo-sensoriale di grande valenza introspettiva.

Ad accogliere i presenti è stato l’ideatore e artefice dell’iniziativa, il musicista nocese Gianni Console, che prima di lasciare spazio allo spettacolo di “Arte Acusmatica”, il primo nella storia di Noci, ne ha spiegato l’origine e il contenuto, sottolineandone il significato greco del termine riconducibile a Pitagora, il quale svolgeva le sue lezioni nascosto dietro un velo per non distogliere l’attenzione dei suoi discepoli, definiti appunto acusmatici. Ciò è stato da ispirazione al compositore Pierre Schaeffer, il quale ha recuperato il termine acusmatica per definire la musica elettroacustica.

Passando rapidamente da suoni e rumori forti e irrequieti, a melodie e voci fievoli e confuse, il pubblico ha vissuto un viaggio introspettivo lungo 41 minuti tra riflessioni e immagini soggettive, talvolta surreali, evocate unicamente dalla base musicale che ha rappresentato la colonna sonora di un film personale, non proiettato e privo di una percezione visiva reale, definito No Frame (senza immagini), termine che ha dato il nome all’evento.

Lo spettacolo ha rappresentato un’occasione per entrare in sintonia con se stessi e scoprire sensazioni che non si pensava di poter provare, facendo riemergere al contempo emozioni positive e negative. A LeggiNoci.it Gianni Console ha raccontato la nascita di questa originale e innovativa performance musicale: «l’idea nasce dalla mia passione per la spazializzazione dei suoni. Siamo abituati a sentire il solito concerto con due casse quindi è bello ascoltare la musica in modo nuovo. Quando compongo non penso mai niente, vado per tentativi. Metto in pratica le idee, le trasformo e sperimento. Penso che la musica non debba per forza trasmettere qualcosa poiché parla di se stessa, per questo quando compongo non voglio far suscitare nel pubblico una precisa emozione ma lasciare libertà all’ascoltatore di una personale interpretazione».

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