Mai dire giornalismo

NOCI – Noci ha appena festeggiato i 50 anni del proprio giornale storico, Noci Gazzettino. Un bel vanto ed una importante memoria storica per il paese. Tanti gli ospiti, da politici ad imprenditori locali di destra che hanno preso parte all’ultima competizione elettorale locale, dal direttore della Gazzetta del Mezzogiorno al conduttore del TG1 Giorgino. Auguro un futuro radioso alla testata locale.

Enzo BartalottaParlando di Giornalismo mi viene voglia di aprire una riflessione sullo scenario giornalistico attuale. Il titolo “Mai dire Giornalismo” si ispira ad una famosa trasmissione satirico-sportiva: “Mai dire gol”.

È proprio di queste settimane la netta presa di posizione di Assostampa contro le parole di Alessandro Di Battista che appellava con maniere forti, evidentemente, quella parte di giornalismo che ha trattato la sindaca di Roma alla stregua di una poco di buono. Non politicamente, si intende, ma proprio nella sua vita privata, nella sua intimità, con titoli molto ambigui, dalla facile interpretazione a sfondo sessuale. Chiaramente il post del cittadino Alessandro Di Battista era forte, ma è anche vero che il cosiddetto quarto potere, il giornalismo, in tanta parte ha da tempo smarrito la sua missione di raccontarci le notizie, di controllo e di pungolo alla politica.

Questa è solo una delle debolezze della stampa ai tempi odierni. Infatti sono in atto ben altri cambiamenti. Prendete la notizia dell’incidente avvenuto in paese stanotte e che leggerete oggi sulle testate locali, è già vecchia. Almeno per molti di noi, perché è stata già condivisa in diretta su gruppi WhatsApp e su Facebook. Oggi ogni cittadino è contestualmente fruitore e mezzo di diffusione attiva e passiva di notizie. I social hanno varcato i confini del tempo e dello spazio e sono in grado di informarci (talvolta disinformarci) in tempo reale.

Allora cosa resta alla stampa tradizionale? Una certa cultura, un linguaggio aulico forse. Forse! Dipende, se i titoli sono quelli che alludono alla patata di questa o quella donna politica, anche no. Sebbene, notoriamente, le notizie sulla patata hanno avuto sempre un certo seguito nel pubblico maschile. E va anche peggio quando le testate sono strumento-oggetto di interessi poco limpidi. Di recente ha suscitato scalpore la notizia apparsa sul Fatto Quotidiano del sequestro, chiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia e finalizzato alla confisca, di 150 milioni ad un noto editore di un importante quotidiano del Mezzogiorno, che noi tutti conosciamo bene. I sigilli sarebbero stati messi a conti correnti, polizze assicurative, società, quote societarie e beni immobili. Ma anche alla concessionaria della pubblicità e affissioni. Auguriamoci tutti che venga fatta chiarezza. Sappiamo quanto la mafia è “zozza”, vuole mettere le mani dappertutto.

Ma poi alla fine è il mercato a dettare le regole ed i Giorgini del futuro saranno di silicone, come da esperimento cinese di un robot presentatore di tg, in grado di presentare in tv una infinità di notizie. Direte voi che un robot non sarà mai come un uomo. Per ora è capace di emozionare, grazie a migliaia di micro-espressioni facciali e posturali mutuate dai presentatori di tg in carne ed ossa. In un prossimo futuro, grazie ai programmi di learning machine ed ai social, c’è la possibilità che il giornalismo, per come lo conosciamo noi, venga totalmente bypassato e potremo mai dire (più) giornalismo.

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