L’architetto nocese Giuseppe Intini racconta la marcia sul reddito di cittadinanza

NOCI – Giuseppe Intini, architetto, urbanista, scrittore e progettista nocese nonché esperto di design, calcolo strutturale, contabilità e ricerca, espone ai taccuini di LeggiNoci la sua esperienza partecipata alla marcia sul reddito di cittadinanza che lo ha visto accanto a Beppe Grillo prender parte al corteo da Perugia ad Assisi lo scorso 20 maggio.

Da tempo vicino al Movimento 5 Stelle, Giuseppe Intini ha così esordito: “La marcia per me è stata non una semplice avventura ma parte di una partecipazione continua come attivista dedicato al bene comune. La marcia è interessante perché porta insieme, in un luogo con una tradizione di fratellanza come il territorio di San Francesco, tutti gli italiani che partecipando si ritrovano lì con una idea in comune, appunto il reddito di cittadinanza, come vecchi amici. Mentre, per dirla da atleta, ho fatto 24 km in 5 ore e senza crampi!”.

Descrivendo la bellezza suggestiva dei luoghi, la serenità della passeggiata nonché l’affiatamento fraterno con i compagni, l’architetto Intini ha interpretato la marcia come “straordinaria opportunità per riequilibrare le sorti della povertà”. E ha aggiunto che essa “è indirizzata a portare l’opinione pubblica verso questa importante decisione che il Movimento ha fatto per il reddito di cittadinanza e che si sviluppa su vari parametri ma la parte più importante è relativa a coloro che non sono inclusi nella vita della nostra nazione, la gente povera, che è su per giù 3/4 milioni di famiglie, una considerevole fetta della società che non partecipa in nessun modo allo sviluppo sociale, culturale e soprattutto politico”.

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Continuando la sua narrazione, Giuseppe Intini ha ben spiegato che “la bellezza dell’idea risiede nel fatto che non è un’assistenza ma è un modo per avvicinare la responsabilità dello Stato e quindi di verificare il bene comune attraverso il capitale umano con il quale si convive. Chi riceve questo aiuto non lo riceve come assistenza ma come una forma di opportunità per riequilibrare le sue sorti attraverso una partecipazione a eventi che permetterebbero conoscenze nuove delle tecniche necessarie per le attuali opportunità di lavoro, oppure migliorarsi nelle proprie professioni attraverso una educazione continua dal punto di vista accademico se necessario. Inoltre c’è l’obbligo di dedicare almeno otto ore alla settimana alle comunità di appartenenza per il bene comune che potrebbero essere pulire un giardino o la pitturazione di una scuola. Tutto questo monitorato non da un sistema centralizzato ma locale. E allo stesso tempo c’è il vantaggio di migliorare la condizione che riguarda il debito pubblico, innestare un consumo virtuoso, giacché sarebbero coinvolti 19 miliardi di euro, una somma ingente”.

Ma i fondi per tutto questo? L’architetto ha subito chiarito che i conti sono stati giustificati anche da altri enti economici e che l’obiettivo è dare priorità al reddito di cittadinanza monitorando la spending review ed eliminando tutte le spese inutili che il Movimento considera “contrarie all’idea di una nazione pacifica”.

Per chiosare la sua esposizione, Giuseppe Intini ha affermato con un sorriso disegnato sulle labbra che il cittadino che vive la sua esistenza attraverso il Movimento ha l’obbligo umano di includere l’altro bisognoso di aiuto.

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