La società del riciclo (Parte prima)

NOCI – Tutte le nostre attività quotidiane generano una certa quantità di materiali di scarto di cui ci vogliamo liberare. In un giorno normale si stima che in media ogni cittadino produce circa 1,5 Kg di rifiuti urbani (dati ISPRA). Tale stima è tuttavia, a mio modesto parere, abbastanza ottimistica poiché spesso più si abbassa l’età del cittadino, più aumenta la quantità di rifiuti giornalieri prodotti: un neonato ad esempio, mediante il cambio del pannolino e gli altri prodotti necessari per la relativa detersione, è un grande produttore giornaliero di rifiuti. Sempre partendo dalla considerazione che “il miglior rifiuto è quello che non si produce” ovvero che, così come nella medicina, anche per i rifiuti è necessaria la prevenzione; è indispensabile formare ed informare il cittadino per educarlo “a monte” prima che produca rifiuti in modo sconsiderato…

Ma cos’è un rifiuto? E’ qualcosa di cui ci vogliamo disfare, qualcosa che per noi non ha più un valore economico. O meglio, qualcosa che ha addirittura un valore economico negativo poiché siamo disposti a pagare per sbarazzarcene. Questo è ciò che succede quando ci avvaliamo dei cassonetti comunali e, di conseguenza, siamo soggetti alla relativa tassazione.

Tuttavia, ciò che per noi è un rifiuto, per un altro soggetto potrebbe diventare una risorsa. Quindi il concetto di rifiuto è un concetto estremamente soggettivo, fatte le opportune e dovute eccezioni.

In che modo possiamo prevenire la produzione di rifiuti? Il primo e iniziale passo è quello del consumo consapevole. E’ necessario comprare solo ciò che realmente ci serve, senza farci tentare dalle promozioni e dagli sconti. Aiuta molto anche comprare prodotti “alla spina” o venduti in modo sfuso per non generare imballaggi inutili e costosi. Talvolta l’acquisto deve essere guidato dalla nostra consapevolezza: magari per acquistare solo cento grammi di prosciutto affettato richiediamo una vaschetta in plastica da avvolgere con pellicola e da chiudere infine nella stagnola e poi nella carta. Con il risultato che abbiamo acquistato cento grammi di prodotto edibile, ma magari abbiamo prodotto duecento grammi di rifiuti.

Il primo pensiero del cittadino responsabile deve essere quello di diminuire non solo il peso dei rifiuti prodotti ma anche la loro pericolosità. I nostri anziani hanno già come loro abitudine una sana tendenza al riciclo e al riutilizzo di beni e materiali. Soprattutto coloro che hanno vissuto periodi di crisi o economie di guerra. Bambini e giovani hanno, invece, una sconsiderata passione per la produzione di materiali di scarto. Pertanto è essenziale educare ad un consumo responsabile partendo proprio dai più piccoli perché sono anche i bersagli più facili della società consumistica.

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Una società che intende gestire in modo responsabile la produzione e lo smaltimento dei rifiuti, che forma i cittadini adulti ma non educa i più piccoli, è un gruppo destinato a fallire nei suoi intenti.

Soprattutto perché l’attuale società dipende, e talvolta è succube, dei capricci dei nostri bambini.

E’ pertanto necessario educare tutti, anche i più piccini, all’idea che il rifiuto deve essere considerato una sorgente di materie prime da reimpiegare e riutilizzare nei processi produttivi, per muoverci verso una società circolare: una società del riciclo.

DANIELA FUSILLO – Presidente Associazione MurgiAmbiente di Noci

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