Giuseppe Intini: l’attuale coalizione nocese è nata “per gestire il potere e spartirsi briciole”

NOCI – Da anni impegnato politicamente su Noci e per Noci, l’architetto Giuseppe Intini, dopo aver raccontato ai taccuini di LeggiNoci la sua esperienza relativa alla marcia politica di Perugia e dopo aver dipanato il proprio contributo ai gruppi di lavoro in tema di sanità, espone ai nostri lettori la sua visione interpretativa delle dinamiche politiche nocesi.

Lei si è formato con merito in Inghilterra, insegnando anche in Università. Come vede Noci dall’esterno? E secondo lei quali sono i bisogni che occorre sviluppare per permettere alla nostra cittadina di emanciparsi?

“Per me aver lasciato Noci è stato un dramma perché lasciavo luoghi atavici al mio essere e perché non mi sentivo incluso. Non c’erano e tuttora non ci sono quelle caratteristiche culturali che permettono alla società di identificarsi in tutta la sua comunità, o meglio capitale umano. Noci è una società stratificata, condizionata da familismo, prevalentemente amorale, di caste e connivenze in sé bizzarre e ridicole e di piccoli presidi incentrati su atteggiamenti e pregiudizi che non appartengono a un concetto attuale di una società matura e consapevole. C’è un modo di vivere schiavizzata dagli impulsi primari e un’avidità patologica. Pressapochismo e qualunquismo diffuso sostenuto da attività culturali che banalizzano l’idea stessa di generare cultura. Per quanto mi riguarda sono tuttora coinvolto con l’Università di Liverpool ed altre istituzioni europee, tant’è che il prossimo anno, sebbene io sia restio a viaggiare come una volta, incrementerò i miei impegni accademici. In contrappeso alla mancanza di includere la mia identità nel mio luogo di appartenenza, una volontà sia politica che sociale di rimozione, le mie attività culturali, scientifiche e di architetto sono vitali e stimolanti. Noci è una cittadina con un potenziale enorme ma il suo capitale umano non lavora in sinergia bensì in conflitto dentro i parametri sociali o non sociali indicati. Per dirla brevemente, il Meridione ha un grande difetto: arriva sempre tardi all’appuntamento con la storia e non sa riconoscere e quindi includere in armonia il capitale umano che lo compone. E non parlo solo di me ma di tutti quelli che sono esclusi e sono esclusi da quelle persone che non hanno competenze. Questo giustifica perché escludono: non avendo la lungimiranza di vedere il futuro, non possono avere una visione. E se il riferimento è fatto anche al potere politico, è colpa di chi li vota, di chi li mette in posizione di privilegio”.

Quali risultati concreti ha raggiunto l’amministrazione Nisi-Morea? E cosa pensa di loro come amministratori?

È appunto un’amministrazione Nisi-Morea, un’anomalia non soltanto nocese ma italiana. Avevo capito, giacché partecipai con la lista del Movimento 5 Stelle a quelle elezioni, che Morea fosse stato battuto. Ora per esempio, quel giovane gruppo che sosteneva Nisi e che viveva l’incanto di proporre un’idea politica orientata a sinistra, si è ritrovato a far parte di una coalizione con la quale era in acerrimo antagonismo. Per me queste coalizioni, intese soltanto per gestire il potere e spartirsi briciole, è una sconfitta sia della politica che delle identità delle persone. Questa nebbia politica è anche colpa delle opposizioni che non hanno fatto finora una vera battaglia politica per fare luce sui ruoli di questi presunti amministratori. Come coalizione, le uniche cose che sono stati capaci di fare è affrontare progetti già iniziati, tutti in ogni caso platealmente deficitari e mal pensati, che non hanno niente a che fare con uno sviluppo coerente, lungimirante, con veri programmi di sviluppo in tutti gli ambiti e con la consapevolezza dell’agire per il bene di tutti. Sembrano un formicaio senza una regina, nutrendosi di cacca autogenerata rigurgitata all’infinito. Non vedo niente che abbia una completezza e una possibilità di rilanciare le deficitarie condizioni sociali ed economiche di Noci. Infine non voglio commentare le continue vicende che appaiono sui giornali e che mi dispiace che avvengano, ma agire commercializzando le risorse pubbliche per privati vantaggi e la politica al centro di questi rapporti con assessori coinvolti e il Sindaco ignaro di tutto, è inconcepibile per la mia identità di cittadino abituata al sistema inglese della legge vicaria dove il capo è responsabile di ciò che fanno i suoi vassalli. E quindi chi sono o chi è il vassallo?“.

Il senatore Liuzzi si sta interessando nuovamente all’amministrazione, come vede questo suo ritorno a Noci?

Ho vissuto tutta la strategia politica di Liuzzi e sono l’unico tecnico di Noci mai commissionato e coinvolto dalla sua gestione o da altre. Liuzzi ha fallito in tutto il suo operato politico e a livello nazionale è complice delle più squallide nefandezze di leggi ad personam e leggi a discapito della sicurezza, crescita ed integrazione nel lavoro dei giovani. La capacità di appropriarsi dei risultati degli altri è una sua tecnica. L’ha fatto con il mio progetto O3 pubblicamente: O3 è un progetto totalmente privato, poi smentito sui quotidiani. Liuzzi è una pedina di un sistema politico di controllo e imprenditoriale di questa comunità. Immagino che avendo completamente fallito il suo percorso a livello nazionale, adesso vorrebbe riciclarsi come il feudatario di turno. Il discorso di Noci è questo: se si pensa alla presenza amministrativa di Liuzzi e degli altri personaggi nominati in precedenza, non andremo da nessuna parte. Indipendentemente dalle loro capacità umane o di competenza, da un punto di vista di cos’è la politica e la scienza di applicare una tecnica umanistica alle soluzioni, sono inadatti e disadattati. Lontani mille miglia dalle figure di riferimento che una società evoluta dovrebbe sostenere. La loro idea di politica è gestire il potere. Se alle prossime elezioni locali ci sarà la partecipazione di queste persone, chi è all’opposizione consideri con lungimiranza che potrà vincere solo se includerà la società civile, quella che sebbene omertosa, è stata silente ed inerme da sempre, e che vorrebbe riscattarsi per il bene comune“.

Come valuta l’operato di Orazio Colonna e del M5S in minoranza?

Siamo risusciti a raggiungere l’obiettivo di un portavoce M5S in consiglio comunale. La mia prima reazione dopo la vittoria fu che Colonna, candidato sindaco che non era riuscito a raggiungere il suo obiettivo, dovesse farsi da parte e permettere ad altri che avevano ottenuto voti maggioritari di essere portavoce per il Movimento. Per questa mia posizione interna sono stato rimosso dal Movimento stesso, ingiuriato pubblicamente, subito danni alle mie proprietà. Restando fermo negli ideali del M5S ho continuato a seguire ed essere attivista ad ogni livello mentre a Noci ho osservato dall’esterno quello che veniva fatto, che è stato debole, inconsistente. Ma questo non dipende solo da Colonna bensì da chi ha preferito rimuovere dal contesto del dibattito politico interno persone come me ed altri, pur consapevoli che non è il modo di fare del Movimento. Questa anomalia non mi ha danneggiato ma ha limitato l’incisività del confronto con le altre forze politiche. In ogni caso praticamente assente a Noci. In questa condizione non nego che la mia elitaria solitudine ha apportato valore alle iniziative del M5S, visibili agli occhi di tutti. L’operato di Colonna non ha svantaggiato il M5S ma non avendo le capacità di incidere, l’ha reso innocuo permettendo alla coalizione al governo di Noci di compiere nefandezze e danni alla comunità. In ogni caso spero che Colonna e il cartello che lo ha sostenuto continuino a impegnarsi come attivisti M5S“.

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